Lavorare in squadra con efficacia vuol dire prendersi cura dei risultati che vogliamo raggiungere e, allo stesso tempo, della qualità dei processi che attuiamo e del benessere delle persone che collaborano. La sociocrazia – letteralmente “il governo di chi lavora insieme” – porta attenzione e focus a tutti e tre i livelli.
Ma cos’è la sociocrazia e come applicarla per rendere le imprese più resilienti, agili e aperte al cambiamento? Ne parliamo in un ciclo di articoli con Pierre Houben, formatore, facilitatore esperto e curatore del manuale sociocratico “Molte Voci, Una Canzone”, edito da Ayros.
Disclaimer: questo è il primo articolo del ciclo #SociocracyForProfit per rendere più efficace il lavoro di squadra con la sociocrazia. Trovi gli altri articoli in fondo alla pagina.
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Chi decide cosa? Le basi della sociocrazia per lavorare in squadra con efficacia.
Ogni giorno prendiamo una miriade di micro-decisioni e, talvolta, di decisioni strategiche. Saper decidere insieme è la chiave della collaborazione e il cuore dell’architettura organizzativa sociocratica. Da una intuizione su questo aspetto nasce, infatti, la sociocrazia.
Negli anni ‘60 – ‘70, un ingegnere olandese di nome Gerard Endenburg, si è chiesto se fosse necessario dotarsi di strumenti per decidere collettivamente in modo diverso dal solito dopo la sua esperienza nelle scuole in cui ragazzi ed educatori prendevano decisioni insieme secondo un approccio di tipo consensuale. Alla redini dell’azienda di famiglia, la Endenburg Elektrotechniek, ha cominciato a sperimentare un nuovo modello organizzativo per far funzionare l’impresa – così nasce la Sociocrazia.
Dal latino socius, socio, e dal greco kratos, governo, la sociocrazia individua proprio nella capacità di lavorare in squadra la leva dell’efficacia organizzativa e nel decidere insieme la competenza collettiva per rendere il sistema organizzativo agile e funzionale. Ma come attivare questa leva strategica e rendere i team più in grado di collaborare e progettare insieme soluzioni alle sfide aziendali?
Il modello organizzativo sociocratico integra principi e aspetti da ambiti diversi (ingegneria, scienze naturali, pensiero sistemico) e può essere applicato alle organizzazioni con almeno 4 finalità distinte – e in questo percorso di contenuti le esploriamo.
Organizzare il potere, progettare il lavoro di squadra.
Il potere nelle organizzazioni spesso spaventa: chi lo detiene teme di perderlo, chi non ce l’ha di subirlo. Si tratta di emozioni naturali legate al modo in cui tradizionalmente abbiamo gestito o gestiamo il potere.
Due sono gli aspetti che entrano in gioco: la leadership personale (il potere di ciascuno come insieme di attitudini e competenze personali) e la governance organizzativa (l’insieme dei processi che permettono alle leadership di esprimersi in modo efficace in vista dell’obiettivo organizzativo). Se guardiamo il potere da questa angolazione capiamo che possiamo progettarlo affinché funzioni – ovvero affinché tutti e tutte esprimano il potenziale in modo focalizzato rendendo tutta l’organizzazione più potente.
Organizzare il potere sembra complicato: la sociocrazia rende l’obiettivo accessibile e più semplice da raggiungere. Mette a disposizione un set di strumenti pratici da applicare per rendere “potente” il lavoro di squadra: i giri di parola e il processo decisionale codificato, ad esempio, permettono a tutte le leadership di emergere mentre l’organizzazione in cerchi (team autogestiti con uno scopo esplicito e processi chiari) permette di ridisegnare la governance affinché il lavoro di squadra sia più focalizzato, veloce, collaborativo – TARA lavora su entrambi i livelli, distribuisce la leadership e ridisegna la governance.
Decidere di decidere, il super potere dei team
Lavorare in squadra comporta prendere decisioni costantemente: grandi e piccole, strategiche e operative, in setting progettati per farlo (le riunioni) oppure in emergenza e in velocità. Per la sociocrazia la capacità di rendere il decision making efficace è il cuore dell’architettura organizzativa.
Il tratto distintivo dell’approccio riguarda proprio il modo in cui prendiamo decisioni di natura strategica, ovvero attraverso l’assenso. A differenza dell’autarchia, in cui decide il capo, con l’esclusione di tutte le altre competenze e punti di vista di cui l’organizzazione è ricca, e della maggioranza, in cui il rischio boicottaggio della minoranza è elevato, l’assenso non chiede un sì o un no alle persone. Le coinvolge in un processo decisionale a tappe durante il quale presentare una proposta e indagare le obiezioni con le relative ragioni a supporto. Questo permette di aumentare il focus, di chiarire l’obiettivo della decisione da prendere, di integrare punti di vista diminuendo gli “angoli bui” – tutti quegli aspetti che non riusciamo a vedere e che avranno un impatto sugli effetti della nostra decisione.
L’assenso viene usato sempre? La sociocrazia non è rigida e nell’ottica di potenziare la capacità di lavorare in squadra prevede che venga applicato in due casi. Rispetto alle decisioni strategiche e alla definizione dei ruoli – dimentichiamo le job title, usiamo l’integrazione di competenze!
Imparare a innovare.
Il lavoro di squadra è generativo: permette di produrre idee che nascono dall’intelligenza collettiva – la capacità di pensare in gruppo che ha un valore maggiore della somma delle intelligenze individuali. Insieme possiamo imparare più facilmente sia perché apprendiamo dal confronto sia perché abbiamo più “sensori” per rilevare gli errori e processarli il prima possibile.
La sociocrazia aumenta la possibilità di imparare dall’errore perché facilita la sperimentazione – l’approccio prevede dei tempi per testare l’efficacia delle decisioni e fare delle revisioni alla luce di quello che sperimentiamo – e struttura un percorso di feedback utile a focalizzare gli apprendimenti. L’approccio, infatti, prevede una serie di passi da compiere, semplici e chiari, per imparare a sperimentare, cambiare in corsa, innovare.
Costruire spazi per lavorare in squadra con efficacia.
Lo “spazio” in cui lavoriamo in team è l’insieme di aspetti visibili (il luogo delle riunioni, i ruoli che ci diamo, le agende e gli odg) e aspetti invisibili (le dinamiche di relazione, lo scopo per cui decidiamo, l’intenzione del gruppo). La sociocrazia mette a disposizione un set di strumenti che possiamo applicare per rendere gli spazi più coerenti, le riunioni più focalizzate e efficaci. Pensare gli spazi in cui lavoriamo in squadra vuol dire sgombrare il campo da ostacoli, rendere il lavoro più veloce e fluido, portare l’attenzione (e quindi l’energia creativa e operativa) dove serve senza disperderla.
Il metodo per trasformare il lavoro di gruppo.
Dobbiamo applicare tutti gli strumenti della sociocrazia se vogliamo beneficiare di questo approccio? Abbiamo fatto e continuiamo fare molti esperimenti – qui te ne raccontiamo alcuni – la risposta più corretta è: dipende! Avere in mente il sistema completo aiuta ad essere consapevoli ma quello che conta è individuare il punto di ingresso della sociocrazia – le riunioni, il feedback, il processo di decision making strategico. Ti diamo una mano per capire da dove cominciare e come fare. Se ti va, contattaci, facciamo un check sul lavoro di squadra nella tua organizzazione.
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