Cosa vuol dire adottare un paradigma win-win in azienda?

Un esempio: adottare una strategia win win vuol dire affrontare i conflitti in modo creativo. Senza cercare colpevoli ma spersonalizzando per andare oltre le posizioni e cogliere il messaggio che il conflitto porta.

Più in generale, significa passare dalla logica del “potere su” a quella del “potere con”. Nel primo caso, pensiamo che il potere sia una peculiarità di poche persone: quelle che si trovano in cima alla gerarchia. Le altre sono “impotenti”, private di un attributo fondamentale e naturale – l’agency, la possibilità di fare. Come possiamo pensare che l’organizzazione, il sistema, così possa funzionare pienamente? 

I limiti del “potere su”

Come scrive in “Speranza Attiva” Joanna Macy, studiosa di teoria dei sistemi ed ecologia profonda, nella narrazione convenzionale il potere è legato a una posizione di dominio che garantisce accesso privilegiato alle risorse materiali e immateriali. In un’ottica di scarsità, si tratta del potere per “vincere” in un conflitto. Si fonda sul modello mentale per cui esistono vincitori, pochi, e vinti, la grande maggioranza. La cima – lo spazio del potere – è un luogo ristretto, ridotto, riservato a chi dispone di leve di vantaggio: informazioni e contatti che così restano appannaggio di pochi individui che ne limitano la diffusione con un conseguente depauperamento di tutto il sistema

Se il potere diventa una proprietà da conquistare e difendere si trasforma in un gioco a somma zero: per averlo devo sottrarlo a qualcuno. Cosa accade se, come succede nelle organizzazioni umane, affrontiamo una sfida comune?

Paradigma win: vinciamo solo insieme.

Re-interpretare il potere è possibile, a partire dalla sua etimologia. La parola viene dal latino possere, essere in grado. Non ha a che vedere con il dominio quanto piuttosto con la possibilità, la capacità di agire e, nello scenario mutevole che abitiamo, di gestire il caos.

Come spiega Macy, questo modo di intendere il potere non si basa sulla scarsità delle risorse a disposizione – da vincere, accumulare e difendere – ma sulla disponibilità di conoscenze, relazioni, abilità. Più sono le persone a possedere l’attributo del potere, più è elevata la capacità di dialogare e collaborare, maggiore è la possibilità di gestire il caos, l’incertezza, e di agire nella complessità. Questo è il senso del potere collaborativo e dell’approccio relazionale.

L’impatto della strategia win win in azienda.

La caratteristica peculiare del “potere con” è la sinergia, la capacità di collaborare per ottenere un risultato altrimenti irraggiungibile. Dalla collaborazione emerge qualcosa di inaspettato che è più della somma tra le parti. In altre parole, adottare la strategia win-win permette un’innovazione condivisa altrimenti impensabile. Il “potere con” è più efficace nel produrre soluzioni innovative e creative: è adatto, quindi, alle sfide attuale delle organizzazioni. 

Trasformare il paradigma win in un sistema operativo.

Sono diverse le leve per rendere l’approccio win – win strategico e attivabile. 

Facilitare l’espressione del potere personale.

La consapevolezza della propria leadership permette alle persone di agire con autonomia e coerenza. Nel paradigma win – win non c’è la scomparsa della leadership ma un potenziamento della leadership consapevole, nei vertici e in tutta l’organizzazione – qui raccontiamo la nostra proposta per la leadership diffusa

Rendere efficace la collaborazione.

La cooperazione efficace non è qualcosa che si dichiara ma che si costruisce con intenzione. Per potenziarla è necessario aumentare la sicurezza psicologica nei team, ovvero la possibilità che le persone si esprimano con onestà anche assumendo dei rischi relazionali. La sicurezza psicologica, ha infatti spiegato Amy C Edmondson, studiosa della leadership, è la variabile distintiva dei team più creativi. Per aumentarla è necessario costruire spazi sicuri attraverso il team working, il lavoro di gruppo che indaga le dinamiche di relazione e consente di trasformare i conflitti in ottica win – win.  

Non sottovalutare il potere delle piccole pratiche.

La cultura aziendale non si cambia dall’alto, con documenti sul paradigma win – win, ma dal basso, attraverso pratiche ispirate a una logica win -win e in grado, quando diventano abitudini, di trasformare la mentalità e l’ambiente. Il primo passo, quindi, per adottare un approccio ispirato al “potere con” è costruire in modo collaborativo pratiche per lavorare meglio insieme, progettando il lavoro con chi lavora – ovvero, attraverso il codesign dell’organizzazione

Agire per qualcosa di più grande.

Non basta organizzare un team di persone di talento se poi remano tutte in direzioni diverse. Per far dialogare i talenti è necessario un proposito che unifica, una strategia aziendale che sappia connettere profitto e proposito e che permetta alle persone di sentirsi parte attiva di un progetto dotato di significato. Nel concreto, vuol dire elaborare una strategia che produce numeri e senso insieme.

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