Mini guida per la gestione dei conflitti nei gruppi.

Il conflitto è inevitabile. Gli atteggiamenti conflittuali no.

L’ha scritto Frederic Laloux in “Reinventare le organizzazioni”. Una piccola verità che vale anche (soprattutto?) nei luoghi di lavoro. Le tensioni sono fisiologiche, servono ai sistemi per evolvere. L’importante è gestirle in maniera creativa per trasformarle in una spinta in avanti ed evitare che blocchino il lavoro.

Indice dei contenuti

La terza via per la gestione dei conflitti nei gruppi.

Spesso nei gruppi di lavoro tendiamo ad assumere due strategie di fonte a un conflitto emergente. La prima è evitarlo e nascondere la polvere sotto il tappeto. Con la conseguenza di precipitare verso la seconda strategia di comportamento: far esplodere il conflitto, come una bomba. In entrambi i casi stiamo evitando di gestire il conflitto. Lo subiamo. 

Esiste una terza via per la gestione dei conflitti.

Come suggerisce Marinella Sclavi la terza via del conflitto implica di assumere che tutte le parti abbiano ragione. Ognuna porta una prospettiva preziosa per vedere la “big picture”.

Come spiega invece Edgar Schein, quando percepiamo una tensione che arriva tramite i nostri sensi, siamo davanti a un bivio. Limitarci al livello degli automatismi, della reazione, oppure provare a scendere in profondità, cogliendo l’opportunità di osservare. Si tratta di assumere un meta-sguardo. Come si può fare?

Allenare la capacità di osservare.

Allenare il meta sguardo vuol dire orientare la nostra capacità di “vedere” verso tre “oggetti” umani:

  • osservare le emozioni, sentire cosa ci muove e muove le altre persone
  • guardare i bisogni dietro le emozioni
  • leggere il messaggio, ossia tradurre i bisogni in soluzioni

Quando riusciamo ad arrivare al terzo step, la lettura del messaggio nascosto, vuol dire che è arrivato il momento di trasformare il conflitto. Questo è un  passaggio chiave perché attiva il potere evolutivo del conflitto – che non è più fine a se stesso, ma serve al sistema.

Le domande per esplorare il conflitto nei gruppi.

Il Triangolo della Trasformazione è il framework sviluppato da TARA Facilitazione per analizzare i fenomeni organizzativi. Quando emerge un conflitto nei gruppi il Triangolo serve a produrre le domande utili ad analizzarlo. Ogni vertice ci ricorda di affrontare uno spazio del conflitto

  • le relazioni: la tensione è tra due o più persone? quali ruoli riguarda? cosa ci racconta delle dinamiche di relazione e leadership?
  • i processi: il conflitto dipende da qualche squilibrio nei processi? ad esempio nei carichi di lavoro? oppure le procedure di lavoro sono discriminatorie?
  • lo scopo: gli obiettivi sono condivisi o c’è confusione?  le persone sentono di contribuire al raggiungimento di uno scopo o  non vedono l’impatto del proprio lavoro?

Tre idee per affrontare il conflitto nei gruppi.

Parliamo del conflitto in tempo di pace

Scriviamo insieme una guida con regole comuni per affrontare il conflitto nei gruppi quando emerge. Quando saremo nella tensione non riusciremo a farlo. Il codesign può servire proprio a questo – qui raccontiamo l’esperienza di ReCommon con la guida per affrontare il conflitto.

Guardiamo le posizioni, non le persone

Ascoltiamo le persone che confliggono e facciamo domande. Non limitiamoci ad esprimere il nostro punto di vista, non c’è fretta.

Torniamo sui temi del conflitto, dopo il conflitto.

Costruiamo un processo di feedback sul conflitto e ri-guardiamolo: cosa non ha funzionato? cosa invece è andato bene? Cosa possiamo replicare perché ci aiuta?

Piccola guida per affrontare il conflitto nei gruppi.

Raccoglie le idee descritte e le altre proposte emerse durante Codesign the Future, il nostro incontro bimestrale dedicato alle pratiche di trasformazione organizzativa, utili a lavorare meglio insieme. 

Ogni guida è pubblicata con licenza Creative Commons 4.0: prendila, usala, falla tua. 

I contenuti sono frutti degli incontri di design collaborativo Codesign the Future in cui esperti e esperte, HR, imprenditori e imprenditrici affrontano sfide comuni in modo creativo, aperto, dialogante. L’obiettivo è costruire un patrimonio di pratiche condivise per il cambiamento organizzativo. 

Grazie di cuore codesigners!

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