Mini guida per feste aziendali con un perché

Ogni anno realizziamo una montagna di feste aziendali: a Natale, per celebrare una ricorrenza, per il “compleanno” dell’azienda. Se il numero dei congressi organizzati in Italia ogni anno è elevato – secondo l’Osservatorio OICE oltre 86mila nel 2021 – è lecito pensare che le feste siano molte di più: non c’è azienda che rinunci a un buffet. Ma con quale intento? Spesso si tratta di occasioni perse: non basta un prosecco per fare squadra.

Investiamo risorse nelle feste aziendali – soldi, tempo, energie organizzative, ore di lavoro. Se lo facciamo un motivo c’è. Potenzialmente, la festa aziendale ha un grande valore e un enorme ritorno. Gli spazi di incontro informali nutrono, infatti, l’organizzazione viva: quella rete di relazioni, scambi, comunicazioni che non è rappresentata nell’organigramma ma che rende un sistema sociale collaborativo, creativo, efficace. Gli eventi interni permettono di scoprire le persone oltre i ruoli, conoscerci per quello che siamo davvero: persone tutte intere. Perché, come ha scritto Biancamaria Cavallini in “Come stanno i tuoi?”, siamo sfere, non spicchi. Anche al lavoro. 

Nulla, quindi, va lasciato al caso. Non vuol dire che serve un Excel per scegliere il dolce, ma, dato che investiamo risorse ed energie, la festa aziendale merita il design. Va progettata come un team working affinché diventi davvero un luogo per costruire e alimentare il “noi”, per rafforzare il clima di squadra. Cosa vuol dire? Significa organizzare piccole attività collaborative che, attraverso il gioco e il dialogo, consentano il feedback, il riconoscimento del talento e facciano emergere informazioni strategiche sullo stato di salute dell’azienda. 

Ecco un paio di esempi di attività ideate durante Codesign the Future, il nostro incontro bimestrale online – il resto sono nella Mini-Guida in PDF, in fondo alla pagina.

Giochi collaborativi per feste aziendali partecipate.

I giochi collaborativi sono il contrario di quelli competitivi: si vince, ma insieme – e nel frattempo si esplorano le dinamiche di relazione. Un esempio Ikilaboombah, la versione cooperativa di Sasso, carta, forbice. Ci si sfida e chi perde diventa supporter di chi ha vinto. Si creano così gruppi sempre più grandi fino a diventare un’unica squadra che esulta insieme.

Codesign dell’evento: disegna la festa aziendale con chi ci sarà.

Le cose funzionano meglio quando a progettarle c’è anche chi le usa. Vale per le sedie come per gli eventi. Il codesign è questo: la partecipazione che coinvolge più voci e permette di ascoltare i punti di vista per rispondere alle esigenze reali delle persone. Ad esempio: chi lavora in azienda ha bisogno di feedback, allineamento sugli obiettivi o di semplice gioco? La risposta non è scontata ma è fondamentale per rendere la festa aziendale significativa.

Due proposte non ti bastano? Prendi la guida, scaricala, falla tua. E se ti va, falla girare.

Ogni guida è pubblicata con licenza Creative Commons 4.0. I contenuti sono frutto degli incontri di design collaborativo Codesign the Future in cui esperti e esperte, HR, imprenditori e imprenditrici affrontano sfide comuni in modo creativo, aperto, dialogante. L’obiettivo è costruire un patrimonio di pratiche condivise per il cambiamento organizzativo.

Grazie di cuore codesigners!

Magari però contribuirà a sollevare il clima nella tua organizzazione. Arriva ogni mese, è leggera e veloce. Se vuoi, iscriviti qui.