Sostenibilità aziendale: ovvero? Cosa significa e come crearla in ottica di imprese future?
Nell’epoca della complessità e delle trasformazioni continue, le organizzazioni non hanno più bisogno di chi arriva con ricette preconfezionate. Non servono “guru” con soluzioni pronte ma partner strategici che si sporcano le mani con quel che c’è, hanno il coraggio delle conversazioni scomode e sperimentano insieme soluzioni inaspettate.
È questo l’approccio che Cumbia People e TARA Facilitazione hanno sviluppato insieme per accompagnare le organizzazioni nella co-creazione e moltiplicazione di valore. Non portiamo modelli standard, li co-costruiamo insieme per una autentica sostenibilità aziendale: economica, organizzativa, relazionale, in grado di generare impatto duraturo.

La sfida delle organizzazioni è un salto di paradigma
Le organizzazioni stanno affrontando una sfida senza precedenti: per stare sul mercato e prosperare non basta generare profitto e crescere. L’approccio tradizionale al fare impresa, fondato su paradigmi del passato, conoscenze pregresse, l’organizzazione lineare del lavoro, produce spesso innovazioni incrementali non più sufficienti ad affrontare le incertezze e i cambiamenti rapidi di scenario.
Per fiorire serve un salto di paradigma dall’azienda macchina, dove contano pianificazione e corretta esecuzione, all’organizzazione generativa: in grado di creare più valore di quello consumato e con un impatto positivo sistemico – per chi lavora, per l’azienda stessa, per la società e il pianeta.
La sostenibilità diventa così multidimensionale: economica, organizzativa, relazionale e sociale.
5 innovazioni per fare impresa
Sostenibilità organizzativa significa superare l’idea che c’è un solo modo giusto (e rigido!) di fare impresa verso un approccio flessibile basato su 5 innovazioni
- da una CULTURA ORGANIZZATIVA fondata sul passato (“abbiamo sempre fatto così”) a una cultura organizzativa basata sulla sperimentazione (“proviamo, sbagliamo, impariamo, miglioriamo”)
- dalla lenta burocrazia del comando (chi sa è lontano da chi fa) alla LEADERSHIP DIFFUSA (chi è più vicino al problema ha la delega, l’informazione e le competenze per risolverlo)
- dalla proliferazione delle norme interne e delle procedure, a un’organizzazione del lavoro che semplifica e mette le PERSONE AL CENTRO
- dalla pianificazione fondata su dati che vengono dal passato alla diffusione del PENSIERO STRATEGICO (allineamento delle persone allo scopo)
- dalle risorse umane da consumare all’integrazione del TALENTO (formazione continua, co-design del processi di lavoro, coinvolgimento nelle decisioni strategiche)
Le organizzazioni generative prosperano sul mercato:
sono più agili, non rigide;
sono adattive e flessibili, non sono travolte dai cambiamenti;
ri-generano risorse, non si limitano a consumarle (e creano così un ambiente in cui è più facile prosperare anche in futuro).
Questo tipo di organizzazioni non ha bisogno di consulenti-esecutori ma di compagne di viaggio.

Codesign per la Sostenibilità Aziendale
Melania Bigi e Iamena Crolla al lavoro
Co-design della sostenibilità aziendale
Per organizzazioni non standard, serve un approccio non standard.
Il Co-design della sostenibilità aziendale nasce dall’integrazione dell’esperienza di Cumbia People nella creazione e nello sviluppo aziendale e di TARA Facilitazione nell’innovazione partecipativa. Questo incontro ci permette di unire due background per supportare con più efficacia chi fa business.
Siamo goal oriented, puntiamo al risultato e allo stesso tempo abbiamo cura del processo per arrivarci. Alla lingua del business e al pragmatismo del fare impresa tipici del DNA di Cumbia aggiungiamo la cura della relazione, del benessere organizzativo e del clima di squadra della facilitazione.
Oltre i soliti schemi di consulenza per sbloccare le energie
Tutti questi aspetti caratterizzano il codesign della sostenibilità aziendale.
Il co-design sostenibile ribalta la solita logica: senza la presunzione di avere tutte le soluzioni le crea insieme all’impresa e a chi ci lavora con l’umiltà di valorizzare l’intelligenza creativa già presente nell’organizzazione. Questo atteggiamento genera una dinamica particolare: rimette in circolo le energie bloccate e apre possibilità che prima sembravano impraticabili.
Un approccio vitale all’organizzazione: affrontare conversazioni scomode
Si tratta di un approccio vitale all’organizzazione perché non ingabbia un sistema dinamico in uno schema prestabilito e non punta solo a ridisegnare i processi (passando da una rigidità iniziale a … una nuova rigidità!).
Al contrario, il codesign si adatta dinamicamente ai bisogni emergenti. Per questo tra i tratti chiave c’è l’onestà di costruire conversazioni utili. In un mondo organizzativo spesso segnato da diplomazia eccessiva, paura e non-detti che bloccano, costruire spazi sicuri in cui dire anche cose scomode senza danneggiare le relazioni consente di alimentare energie e di andare più velocemente verso le soluzioni.
Un approccio pragmatico alla trasformazione organizzativa
Infine, il codesign è pragmatico: invece di fare quel che si è sempre fatto (“perché è giusto”), permette di testare ciò che funziona attraverso la sperimentazione. Questo determina una riduzione degli sprechi – di tempo, energie, soldi – e scoraggia il boicottaggio: non ci sono imposizioni calate dall’alto da rispettare senza fare domande. Le domande sono le benvenute perché producono nuovi punti di vista. Quando notiamo qualcosa che non va invece di nasconderlo lo diciamo con un aumento della funzionalità e della velocità di applicazione delle innovazioni.
I vantaggi competitivi delle organizzazioni davvero sostenibili
- sblocco dell’intelligenza collettiva
- maggior benessere interno e maggiore produttività
- più capacità di attrarre talenti e retention
- aumento della capacità di innovare e sperimentare
- maggiore profittabilità
- più capacità di restare sul mercato e di trovare nicchie inesplorate
Il codesign della sostenibilità aziendale in pratica
I percorsi prevedono 4 momenti principali e uno strumento trasversale:
- la cartografia aziendale, per fare emergere i punti di forza e di evoluzione
- l’allineamento strategico per condividere la visione e creare responsabilizzazione
- i cantieri di codesign per sviluppare soluzioni su temi specifici ( ad esempio: flussi di lavoro chiari, definizione di obiettivi, employee experience etc)
- l’adozione delle soluzioni e supervisione
- il feedback loop, per imparare facendo in modo pragmatico con chiarezza e onestà nelle relazioni
Cartografia aziendale
La cartografia aziendale è la mappatura dei punti di forza e di evoluzione di una organizzazione. Ogni azienda è un sistema complesso, la cartografia permette di leggerlo come un territorio, come una vista dall’alto dell’organizzazione interna – un punto di osservazione che permette di cogliere aspetti meno evidenti e che cambia a seconda di chi guarda. Noi portiamo uno sguardo sistemico e non giudicante: consideriamo ogni livello come importante e cogliamo i messaggi nascosti. Questo porta chiarezza e consente di individuare le priorità velocemente.
La cartografia è coinvolgente: attraverso interviste, workshop e survey include nell’ascolto le persone per far emergere i temi vitali che possono provenire da ogni parte del sistema. Per questo è fondamentale attivare più sensori possibili: ascoltare più persone per cogliere i segnali deboli.
L’ascolto attraverso più modalità di interlocuzione consente di dare forma all’invisibile: dinamiche, relazioni, non detti che ostacolano l’organizzazione emergono nel dialogo informale e grazie alla creazione di spazi sicuri.
L’allineamento strategico
L’allineamento strategico serve a creare conoscenza condivisa intorno ai punti di forza e di evoluzione e per priorizzare i cantieri. L’allineamento coinvolge il management e consente di definire un piano di intervento, organizzare i gruppi di lavoro, definire tempi, modi e obiettivi. L’allineamento produce responsabilizzazione: chi lavora prende in carico il sistema.
Cantieri di codesign
I cantieri sono sessioni di ideazione partecipativa per co-costruire soluzioni prototipo su aspetti specifici dell’organizzazione: le riunioni, i processi decisionali, il modo in cui attribuiamo i ruoli, i flussi e le modalità di comunicazione, la relazione tra team o tra sedi diverse dell’azienda.
I cantieri sono organizzati come veri e propri lavori in corso, con obiettivi chiari, tempi prestabiliti, squadre di lavoro dedicate.
Sono gestiti con il comitato interno di facilitazione creato ad hoc e utile sia a dare ritmo al lavoro che all’empowerment delle persone coinvolte. Sono previste sessioni di feedback: generano fiducia e permettono di individuare le fragilità prima che diventino ostacoli all’adozione di una innovazione.
Adozione e supervisione
Adottare una innovazione nel modo in cui facciamo le riunioni o nei flussi di comunicazione genera dinamiche di risposta nella vita reale. È fondamentale quindi incoraggiare il cambiamento individuando facilitatori e facilitatrici interne formate allo scopo per accompagnare la trasformazione nella routine del lavoro quotidiano. Una innovazione infatti diventa parte del patrimonio e della cultura organizzativa quando la ripetiamo. La supervisione consiste nel supporto e consente di dialogare sulle resistenze, le fatiche e sui feedback continui che possono innescare la co-creazione di nuove soluzioni.
Il feedback loop
Il percorso non è rigido ma dinamico: si aggiusta mano a mano che procede e che emergono informazioni nascoste, profonde e utili. Questo è possibile grazie al feedback regolare con il management per vedere dove siamo, misurare e decidere come andare avanti. A volte bisogna rallentare, altre accelerare affinché il percorso funzioni – ad esempio: cogliere un cambiamento nel mercato o nelle squadre potrebbe far cambiare le priorità e dobbiamo dircelo con franchezza.
Per queste ragioni è evidente che affinché il codesign della sostenibilità aziendale funzioni è fondamentale la volontà di rimettersi in gioco dell’organizzazione. Questa spinta a fare evolvere il sistema si concretizza nell’apertura al feedback:
- a ricevere feedback che non sono mai sulle persone ma sui processi;
- a cogliere i feedback nascosti: spesso quelli che noi chiamiamo sintomi o segnali di malessere (turnover, demotivazione, mancanza di innovazione…) sono messaggi, dicono che qualcosa non va. Li cogliamo e trasformiamo in informazioni per innescare cambiamenti;
- a dare feedback: costruire spazi per il feedback è parte integrante del nostro lavoro, in tutto il percorso attiviamo un dialogo onesto e funzionale a far andare meglio le cose e costruiamo pratiche per continuare a farlo autonomamente nel tempo.
Cosa possiamo fare insieme?
Prima di tutto, ti ascoltiamo.
E poi capiamo come organizzare un percorso di sostenibilità aziendale davvero funzionale allo sviluppo armonico della tua organizzazione.
Non arriviamo con la risposta pronta, insieme costruiamo la più utile per la tua impresa.