La differenza tra noi e i robot è la gratitudine, eppure quanto ci pesa!
Se dire “grazie” a una persona è abbastanza complicato, dirlo a un team può sembrare impossibile. Così, spesso, evitiamo o dimentichiamo di farlo e finiamo per passare da un progetto all’altro senza soluzione di continuità. Proprio come se vivessimo in emergenza costante, senza pause per celebrare e ringraziarci.
Certo: la gratitudine richiede uno sforzo in termini di umiltà e riconoscimento, ma il gioco vale la candela. La gratitudine, infatti, ha il potere magico di generare un impatto in termini di clima, apprendimento e produttività. In altre parole: è bella e pure utile. Adesso è il momento di metterla in pratica. Come?
Ne abbiamo parlato nel podcast “Leadership e gestione della complessità” che curiamo per Scuola IFEL.
L’impatto della gratitudine al lavoro.
Dimenticate Presidenti e AD che distribuiscono “Grazie” come fossero medaglie. Se vogliamo celebrare i risultati raggiunti per unire i team e non per spaccarli in bande armate di gossip, allora è necessario gestire la gratitudine con metodo.
Celebrare vuol dire mettersi in relazione.
Il primo effetto della gratitudine riguarda proprio la qualità dei rapporti nel team di lavoro. Se, come leader, alla fine dei processi dedichiamo un tempo a sottolineare l’importanza del lavoro altrui, stiamo modellando il campo, ovvero facciamo vedere come si fa a prendersi cura delle relazioni e permettiamo alle altre persone di sviluppare a loro volta gratitudine senza per questo sentirsi in imbarazzo.
Celebrare vuol dire riconoscere.
Quando mostriamo gratitudine stiamo dicendo alle altre persone: vedo il tuo talento e lo apprezzo. Costruiamo un clima di sicurezza psicologica perché stiamo invitando i membri del gruppo a continuare a esprimere le proprie competenze e capacità. Aumentiamo il senso di auto-efficacia, così importante per essere più felici e anche per sviluppare un maggiore senso di responsabilità.
Celebrare in team significa apprendere.
Per celebrare, infatti, è necessario prima di tutto mettere in luce cosa è andato bene, cosa il team ha fatto bene. In questo modo mettiamo in atto una retrospettiva sul lavoro degli ultimi tempi che ci permette di guardare i processi e il loro funzionamento per ripeterli, migliorarli, rafforzarli.
Celebrare serve a dettare i tempi.
Celebrare è un po’ un rito di passaggio che ci permette di prendere fiato, guardare i progressi, segnare un prima e un dopo per cominciare un nuovo progetto o processo con più focus e energia.
Celebrare è un po’ come costruire una segnaletica per andare nella direzione giusta. Esprimere gratitudine equivale a una indicazione che dice: continua per di qua se vuoi ottenere risultati. In questo modo, una celebrazione dopo l’altra e a suon di grazie, possiamo costruire percorsi per lavorare meglio insieme.
Lo spazio per la gratitudine.
Celebrare non significa sparare grazie a mitraglia con il rischio di rendere la gratitudine inflazionata e poco utile. La celebrazione è un vero e proprio rituale: va progettato e organizzato affinché sia strategico. Rendere la gratitudine istituzionale, infatti, significa farla diventare parte integrante dei processi di lavoro e non distribuirla ogni tanto, se ci va e a chi ci fa più o meno simpatia.
L’evento aziendale per esprimere gratitudine verso chi lavora.
Un buon momento a livello di organizzazione per celebrare è l’evento aziendale. Investiamo parecchie risorse negli eventi: potenzialmente hanno un grande valore quando riescono a nutrire l’organizzazione viva. A differenza di quella formale, che può essere rappresentata su un foglio chiaramente, l’organizzazione viva è infatti quella rete di relazioni, scambi, comunicazioni che non è rappresentata nell’organigramma e che rende un sistema collaborativo ed efficace. Gli eventi interni permettono di alimentare l’organizzazione viva che altrimenti rischia di restare nascosta nelle pieghe della quotidianità. Affinché l’evento sia un rituale di celebrazione efficace è necessario disegnarlo allora come un team working. Cosa vuol dire? Significa organizzare attività collaborative che consentano di mettere in luce i poteri e i talenti nascosti, affinché sia possibile riconoscerli, ringraziarli, potenziarli.
La riunione di retrospettiva per celebrare i risultati.
Un’occasione preziosa, invece, per celebrare a livello di team è la retrospettiva. Si tratta di una riunione – o della fase iniziale di una riunione più ampia – nella quale prendiamo il tempo per focalizzare il recente passato e guardarlo con le lenti della gratitudine. Chiediamoci: quali risultati abbiamo raggiunto insieme? In che modo? Quali processi abbiamo messo in atto di fronte a una sfida? Cosa possiamo imparare? Rispondere vuol dire celebrare le persone, le relazioni e costruire apprendimenti.
Nutrire gratitudine verso sé è un atto di leadership.
Non dimentichiamo poi di ringraziarci, noi, in prima persona. Per essere leader in grado di mostrare gratitudine verso gli altri dobbiamo imparare a vedere i nostri stessi talenti e ad alimentarli. Quando sappiamo chi siamo diventiamo più capaci di riconoscere le altre persone e di rivolgere loro gratitudine.
Rendere la gratitudine strategica
Dagli spazi che avete a disposizione. Sono luoghi noti per costruire rituali inediti. Una riunione, un incontro aziendale, la celebrazione di fine anno.
Se non sai dove mettere mano, ci siamo noi. Aiutiamo le persone e i team a lavorare meglio insieme, un cambiamento alla volta.