Quando lə cofounder di We Rad, agenzia di comunicazione digitale di Firenze,  mi hanno contattata l’hanno fatto con l’obiettivo di diventare una B corp e/o una societá benefit.

Ricordo il primo incontro fatto dal vivo, a inizio 2020, nella loro nuova sede, bellissima, nella zona nord ovest della città: un lungo tavolo bianco e pareti intrise di design per una start-up creativa e originale. Perfetto!

Nell’aria aleggiava una domanda: perché diventare una società Benefit? Certo, è sempre piú di moda, attira un certo tipo di clienti ma se alle parole non corrispondono le azioni, è davvero una scelta sostenibile? Che impatto ha? Basta uno statuto con inclusa la parte valoriale per essere piú “teal”∗?

Le domande sono state il punto di partenza del lavoro di facilitazione con i soci e le socie di We Rad.

La facilitazione inizia così, con la fase di assessment: pone domande scomode che portano a riflettere su temi spesso lasciati al margine ma che invece sono centrali e incidono profondamente sulla vita dell’impresa.

Abbiamo compiuto un percorso su due livelli:

  • insieme abbiamo esplorato le relazioni nel team, a livello interpersonale e sistemico, globale;
  • i soci e le socie, da solə e contemporaneamente, hanno portato avanti il lavoro sul piano della legal entity – lo ammetto: è stato bello vedere il loro sorriso quando, durante l’ultimo incontro di facilitazione del 2021, hanno condiviso con me lo statuto della nuova Benefit che hanno costruito.

La facilitazione agisce contemporaneamente su due piani, quello invisibile della relazione e quello concreto della produzione di risultati, perché l’obiettivo è evolvere di pari passo, tanto fuori, nel mondo, quanto dentro, come gruppo.

Durante la prima fase di lavoro, quella di assessment, sono emersi i nodi da sciogliere nei mesi successivi. Spesso i temi sono comuni a molte imprese: sembrano sfide insormontabili, possono essere trasformate!

Un tema diffuso, ad esempio, riguarda l’elevato turn over dei dipendenti e un limitato coinvolgimento delle persone.

Attraverso attività di team building, creando spazi di relazione e feedback, abbiamo permesso di far emergere le difficoltà di alcune persone nell’espressione della propria voce.

È bello vedere che, aumentando la partecipazione le persone si danno il permesso di esprimersi, si trovano soluzioni win win che permettono un’evoluzione collettiva.

Un’altra sfida diffusa nelle imprese e affrontata anche con We Rad riguarda il futuro dell’impresa: attraverso la storia di ognuno quanto quella collettiva, siamo andati ad affrontare le ferite nascoste  nel passato.

Spesso traumi che appartengono alla vita professionale precedente influiscono sul presente e sulla possibilità di immaginare con serenità e creatività il futuro dell’impresa. Lavorare sulla strategia dell’organizzazione significa anche lavorare sulle ferite del passato dellə sociə e del team.

Infine, capita spesso che il grande carico di responsabilità dei fondatori e delle fondatrici rispetto al resto del team possa incidere negativamente.: Quando lə leader sono esaustə, c’è una parte di difficoltà personale e una che riguarda il sistema.

Con We Rad abbiamo affrontato le difficoltà del gruppo portando chiarezza e trasparenza sulle procedure interne, per poterle rendere migliori. Il lavoro ha portato ad un alleggerimento dellə leader, ma anche a una maggiore capacità di delega e a un grado maggiore di responsabilizzazione di ruoli diversi.

Abbiamo lavorato dal vivo, una volta al mese, con costanza (entro i limiti del possibile). Scegliere di darsi il tempo per fermarsi, guardarsi, rallentare per mezza giornata la frenesia del lavoro, e affidarsi completamente ad una figura esterna significa portare uno sguardo di cura sul team.

Abbiamo lavorato con persone che hanno diversi ruoli, su più livelli: a volte solo con i 3 soci, altre con tutto il team insieme, alternando un lavoro piú strategico e profondo con incontri di team building, valorizzando la diversitá che c’è nel gruppo, dando spazio alle diverse voci e posizioni.

Abbiamo lavorato con uno sguardo a 360 gradi sull’impresa: dai valori e dal proposito, alle procedure e alla governance, alla fiducia tra colleghə.

La facilitazione sistemica, tipica dell’approccio TARA, prevede di affrontare tutti gli aspetti della vita di un’organizzazione, sapendo che sono tutti tra loro collegati. Per questo quando arriviamo portiamo con noi il Triangolo della Facilitazione che ci permette di lavorare su tre aree, processi, persone e obiettivi.

Come sempre accade, alla fine di questo primo anno di facilitazione insieme, abbiamo raccolto i feedback. Per noi è un passaggio importante, fonte di informazioni per un lavoro sempre più su misura. Tra le voci sono emersi apprendimenti:

Ho imparato a non dare niente per scontato.

Ho imparato che è necessario fermarsi per migliorarsi.

Ho visto la bellezza di scrivere una storia che è la propria storia.

Grazie: è un piacere lavorare con una start up che fin dall’inizio vuole preparare bene il terreno, seminare e piantare con una visione a lungo termine.

L’impresa che vuole trasformarsi in BCorp deve agire come una saggia contadina: seminare bene oggi per raccogliere ancor più frutti in futuro!

∗⁡⁡ Non tuttə sanno cosa significa impresa teal: per noi è una direzione e un approccio. Descritto da Frederic Laloux in “Reinventare le Organizzazioni”, il paradigma teal è il prossimo stadio dell’evoluzione delle organizzazioni, che alcune imprese in tutto il mondo stanno già adottando. Tre i pilastri del modello organizzativo: il proposito, il perché profondo che guida l’agire; la pienezza, come possibilità di sviluppo del pieno potenziale umano; l’autorganizzazione, come insieme di pratiche per il funzionamento dell’azienda.

Melania Bigi

Cofounder e Facilitatrice Tara

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