Il Proposito evolutivo
Siamo a gennaio, ottimo momento per guardarsi indietro e in avanti allo stesso tempo. Mai come in questo anno cosí strano (non trovo un aggettivo migliore per definire il 2020) molti di noi si sono sentiti persi. E forse mai come quest’anno molti di noi hanno fatto pulito, tolto il superfluo, connettendosi con l’essenziale.
Abbiamo quasi azzerato i contatti umani, imparato a lavorare in nuove modalitá. Per chi è riuscito a non lasciarsi invadere dalle notizie, è stato un anno di ricerca e silenzio.
Ecco, è dal silenzio che vorrei partire con una riflessione profonda assai: perché esistono le nostre imprese? Perché facciamo quello che facciamo? Giá il farsi la domanda è un ottimo inizio.
Nel codesign del 14 gennaio siamo andati in profonditá. E speriamo di continuare ad alimentare questa comunitá con i temi che piú ci appassionano.
Imprese al servizio della vita
Bert Hellinger, lo psicologo che ha dato vita al sistema delle costellazioni, negli ultimi anni della sua ricerca ha introdotto una domanda chiave nelle costellazioni organizzative: è l’impresa al servizio della vita?
Da quando ho letto questa domanda non riesco a smettere di farmela e di pensarci. Stare al servizio della vita significa essere in contatto con la vita e con la comunitá, e credo che non sia difficile percepire se un’organizzazione è vicina a questo principio o no. E la mia interpretazione è che vita e proposito siano strettamente collegati. Entrambe sono spinte creative ed evolutive, forze piú grandi della nostra volontá, che possiamo solo assecondare, mettendoci al servizio.
Durante Codesign abbiamo posto la domanda: come facciamo a sapere quando siamo connessi al proposito, quando siamo sulla strada giusta? E quali invece i segnali che ci stiamo allontanando? Nell’immagine qui di seguito le risposte. Tutte e tutti avevano ben chiari i segnali, seppur spesso si tratti di sensazioni sottili. Allora cosa ci impedisce di ascoltarli, e seguirli?
Riportiamo le parole di Brian Robertson, fondatore di Holacracy: “Noi esseri umani possiamo entrare in sintonia con il proposito evolutivo dell’organizzazione; ma la chiave é separare l’identità e cercare di capire: qual’è lo scopo di questa organizzazione? e non: per che cosa vogliamo usare quest’organizzazione, come fosse una proprietà?, ma piuttosto: Che cos’è questa vita, il potenziale creativo di questo sistema vivente?
Questo é ciò che intendiamo per proposito evolutivo: il più profondo potenziale creativo che consente di portare alla vita qualcosa che abbia realmente valore per il mondo… E con questo impulso o potenziale creativo con cui vogliamo entrare in sintonia.”
Elementi essenziali del proposito evolutivo
Abbiamo riassunto alcuni principi legati al proposito, dallo studio di alcuni testi, primo tra tutti Reinventare le Organizzazioni di Laloux:
- Le nostre imprese sono sistemi complessi, organismi con un’anima. E se non hanno un’anima, muoiono. L’anima e il proposito evolutivo rendono un’organizzazione viva.
- Il proposito giá c’è, non va costruito: possiamo imparare ad ascoltare e lasciar emergere la volontá del sistema stesso, senza forzare…
- E per questo abbiamo bisogno di lasciare andare il controllo, e costruire basandoci sul feedback: possiamo imparare a essere come i contadini con la terra. Guardare lontano, scegliere quali semi piantare, sognare i frutti che mangeranno le generazioni future, ma poi in base al meteo e alla luna, giorno dopo giorno, lavorare con quello che c’è.
- Tutto è connesso e interdipendente (ormai lo dicono tutti!): per ascoltare il proposito, dobbiamo partire da noi stesse, come persone. Ci piace il verbo fiorire, anche questo è molto naturale. Far fiorire noi stesse, le persone che ci stanno intorno, e poi tutta la nostra impresa.
- Avvicinarsi al proposito è un processo di comunitá, di costruzione di una cultura comune. Certo è importante arrivare ad avere un proposito che ci guida, ma altrettanto importante è il percorso attraverso il quale arriviamo al proposito. Insieme.
Quindi? Cosa è emerso dal quarto Codesign the future?
Siete arrivate e arrivati alla fine di questo articolo? Ecco, da buona ‘maestrina’ ci lascio un compito sul quale porre l’attenzione nei prossimi giorni.
Ogni tanto, un paio di volte al giorno, rallentiamo un attimo, calmiamo la mente da tutto il rumore dei pensieri e degli impegni e chiediamoci: per cosa sono qui? Da quale luogo interiore sto facendo quello che sto facendo? Non importa quale sia la risposta che ci diamo. La trasformazione avviene nel momento in cui ci facciamo la domanda.
“Quando smettiamo di pensare in primo luogo a noi stessi e alla nostra autoconservazione, subiamo una trasformazione davvero eroica della coscienza”
Joseph Campbell
Melania Bigi
Cofounder e Facilitatrice TARA