#3 [Intervista] Melania Bigi – L’arte di costruire il futuro insieme
Se la tua azienda fosse Babbo Natale cosa gli chiederesti?

Vi è mai capitato di co-creare? Di essere insieme ad un gruppo di persone, e far nascere qualcosa di nuovo, insieme? È un’emozione molto forte: la materializzazione del concetto che 1+1+1 non fa sempre 3. Ma quali sono i fattori che determinano l’emergere dell’intelligenza collettiva?

Qualche giorno fa si è svolta la terza edizione di Codesign the Future e mai come in questa sessione abbiamo sentito il valore della comunitá: un gruppo di persone che si incontra e confronta, esplora le proprie fragilitá e potenzialitá, come individui e come organizzazioni. Abbiamo esplorato le condizioni con le quali si alimenta un clima collaborativo o competitivo nelle nostre imprese. Quando sono serena, è piú facile collaborare: sento di essere meno attaccata alle mie idee, quindi piú aperta ad ascoltare quelle altrui. Semplicemente, a volte riesco a sentire che le idee non sono mie. Che il denaro o le cose non sono mie. Non è mia TARA, non è mia la sua visione, non è mio Codesign the Future. Altre volte, invece, mi sento in tensione, un senso di frustrazione e scarsitá predomina le mie azioni: lotto con forza per far prevalere la mia idea, che considero l’unica, la giusta, inimitabile…

Ma quali fattori determinano il mio stato d’animo alla collaborazione? Secondo l’approccio sistemico, nessuno stato o emozione è solo personale: quello che io sento è il prodotto, oltre che della mia storia personale, anche della cultura in cui sono immersa, dell’educazione ricevuta, del clima aziendale nel quale lavoro. Competizione e Collaborazione non sono termini positivi o negativi di per sé: è la consapevolezza del loro uso che fa la differenza.

La maggior parte di noi è stata educata in un sistema scolastico basato sul voto e il giudizio, lavoriamo in ambienti dove il merito è sempre valutato e premiato a livello personale, facciamo un largo uso di social media dove ció che conta maggiormente è la visibilitá del singolo. Senza rendercene conto nutriamo e siamo nutriti da sistemi quasi esclusivamente competitivi, anche se ben camuffati nell’aura della ‘sana affermazione personale’.

Possibile sottrarsi da meccanismi cosí radicati nella nostra cultura occidentale?

Noi di TARA, ovviamente, crediamo di sí.

I 5 ingredienti per far emergere l’intelligenza collettiva!

Per far emergere l’intelligenza collettiva bisogna imparare a collaborare.

Per collaborare ci vuole un contesto di tranquillitá: dato che non possiamo condizionare (almeno apparentemente) le condizioni esterne, quali pandemie planetarie e flussi di mercato, ci focalizziamo su 5 elementi sui quali possiamo essere determinanti, come individui e come team.

Prima di tutto la fiducia: per collaborare abbiamo bisogno di ambienti sereni, non giudicanti, dove c’è la possibilitá di sbagliare. Se lavoriamo nella paura, difficilmente c’è spazio per la creativitá. Quindi costruire ambienti umani, dove non siamo solo colleghi, ma anche persone: prendiamoci un tempo per conoscere le persone con cui lavoriamo, le loro storie, passioni, aspirazioni.

Poi un’intenzione comune: perché l’intelligenza collettiva emerga abbiamo bisogno di un proposito forte e condiviso. Se viene imposto dall’alto, difficilmente funziona. Quindi prima sentire che siamo parte di un sistema, di un organismo, dove ognuno fa la sua parte; poi fare una domanda chiara che invita a far emergere qualcosa che ancora non esiste.

Terzo ingrediente: bilanciare struttura e creativitá. In un processo di collaborazione abbiamo bisogno di accordi condivisi, frame dentro ai quali muoverci: questo permette sicurezza e partecipazione anche delle minoranze. Ma puó essere troppo rigido! Il controllo inibisce l’emersione del nuovo, cosí come nel caos totale difficilmente possiamo afferrarlo e renderlo concreto. La facilitazione permette di creare spazi ‘caordici’ (certo, su questo punto c’è un leggero conflitto di interesse…)

Silenzio e Vuoto sono il quarto ingrediente magico, stare nell’essere piú che nel fare. O perlomeno non solo nel fare. Perché qualcosa di nuovo emerga, dobbiamo creare la possibilitá che venga ascoltato. Non è semplice in una societá orientata al risultato come la nostra: permetterci il silenzio, come persone e come team, è uno sforzo, che ha bisogno di pratica.

Infine andare oltre l’ego. Quando la maestra fa una domanda, vince chi alza la mano per primo: per far emergere l’intelligenza collettiva a volte bisogna contrastare quell’istinto a rispondere per primi, a portare le soluzioni che giá conosciamo, ed essere curiosi di ascoltare voci diverse dalla nostra. Andare oltre l’ego significa rinunciare (almeno in parte) alla paternitá/maternitá di un’idea, all’eccellenza e alla supremazia del singolo, a beneficio di un bene comune che, purtroppo, non ci insegnano ad alimentare.

Questi 5 punti sono di nostra ideazione e validi in tutti i contesti in cui abbiamo lavorato negli ultimi anni, e ci scusiamo di questa sintesi parziale rispetto alla reale complessitá della magia della co-creazione.

In conclusione. . . perché competere?

Chiudiamo questo articolo con una riflessione generale. Cosa ci da’ la competizione? Dopamina e adrenalina, certo. Uno scopo chiaro, ovvio: avere un avversario è sicuramente un focus. E a livello culturale, a livello macro… che succede, quando siamo divisi, gli uni contro gli altri?

Non credo che sia necessario essere esperte/i di storia per sapere cosa ci ha portato la divisione. Tra vicini di casa, tra colleghi, tra popolazioni. Noi contro Loro. Questo articolo vuole essere un urlo, per tutti e tutte coloro che lo leggeranno. In un momento storico cosí complesso, dominato da una paura globalizzata, siamo a un bivio. Continuare a competere, per avere la meglio CONTRO qualcuno o qualcosa, che tendenzialmente giá conosciamo. O imparare a collaborare, e camminare insieme VERSO qualcosa di nuovo.

Contattaci se vuoi iscriverti al prossimo evento di Codesign the Future!

E se ti interessano questi argomenti entra a far parte della nostra comunità. Ti aspettiamo!

https://t.me/codesignthefuture

Melania Bigi

Cofounder e Facilitatrice TARA

One Comment

  1. Roberta Dicembre 23, 2020 at 11:05 am – Reply

    Bellissima sintesi di una vera e propria rivoluzione.
    Ottimo lavoro…meno male che Tara c’è!

Leave A Comment

Share This Story, Choose Your Platform!